Contro i divieti razzisti di Possamai: Vicenza non si pieghi alla politica della paura

Contro i divieti razzisti di Possamai: Vicenza non si pieghi alla politica della paura

Si legge dalla cronaca che l’amministrazione comunale di Vicenza ha deciso di installare cartelli di divieto di sosta per i camper nei parcheggi cittadini, in particolare al Villaggio del Sole. Un provvedimento che, pur senza dichiararlo apertamente, mira a colpire Rom e Sinti, seguendo la solita logica dell’emergenza e della criminalizzazione del diverso, in questo caso i nomadi.
Ci auguriamo che il divieto non venga applicato in modo selettivo, altrimenti ci troveremmo di fronte a un vero e proprio atto discriminatorio, incostituzionale e perseguibile per legge.
Possamai cosa vuole fare? Mettersi sullo stesso piano di Joe Formaggio e delle politiche razziali salviniane? Dove sono finite le promesse di una “Vicenza inclusiva”? Qui vediamo solo repressione mascherata dal solito decoro urbano.
È bene ricordarlo chiaramente: se queste famiglie sono costrette a spostarsi continuamente e a fermarsi in aree pubbliche, è il risultato di decenni di politiche di esclusione camuffate da integrazione.
A Vicenza non esiste un’area attrezzata per ospitare Rom e Sinti durante lo svernamento, né un luogo adeguato che consenta ai minori di frequentare regolarmente la scuola.
Le due aree storiche, Viale Diaz e Cricoli, sono insufficienti e regolate da un regolamento capestro — l’ultimo regalo della giunta Variati — che obbliga le famiglie a uscire dall’area alla morte dell’intestatario della piazzola. Anche i parenti in visita vengono esclusi. Un regolamento costruito ad hoc per svuotare progressivamente le aree e cancellarne l’uso, trasformando cittadini nati e residenti a Vicenza in senza fissa dimora.
Con queste politiche di espulsione, è inevitabile che le famiglie nomadi siano costrette a sostare in parcheggi pubblici, commerciali o industriali, creando disagio per tutti. Ma la responsabilità non è loro, bensì di chi continua a negare soluzioni strutturali.
Prima di sanzionare, prima di reprimere, prima di alimentare la propaganda del “problema sicurezza”, l’amministrazione trovi a Vicenza aree adeguate e applichi finalmente una politica di inclusione vera, come previsto dall’articolo 3 e 16 della Costituzione.
Vicenza merita una politica che unisca, non un sindaco-sceriffo che, con la stella di latta, rincorra la destra sulla strada dell’intolleranza.

Rifondazione Comunista Circolo di Vicenza