Comunicato stampa
BASTA SCHIAVISMO, BASTA LAVORO NERO: DIFENDIAMO I DIRITTI DI TUTTI I LAVORATORI!
Il Partito della Rifondazione Comunista denuncia con forza l’ennesimo caso di sfruttamento emerso nella provincia di Vicenza, di cui la stampa locale ha dato in queste ore informazione. Nei giorni di Ferragosto la Guardia di Finanza ha scoperto, in un ristorante della Valle del Chiampo, otto lavoratori irregolari, di cui cinque completamente in nero e addirittura due minori!
Un fatto gravissimo, che mostra ancora una volta come nelle pieghe del mercato del lavoro vicentino – e non solo – si consumi quotidianamente lo sfruttamento di chi è più fragile, a partire dai migranti, costretti ad accettare condizioni disumane per paura di perdere tutto.
Non si tratta di episodi isolati: dall’inizio del 2025, nella sola provincia di Vicenza, sono stati individuati 293 lavoratori non in regola, di cui 159 in nero, con 45 aziende colpite da provvedimenti di sospensione e oltre 300 mila euro di sanzioni. Numeri che da soli raccontano l’ampiezza del fenomeno. A confronto, i dati del Veneto e dell’Italia confermano la stessa emergenza: secondo l’Istat, il lavoro irregolare pesa per circa il 12% dell’occupazione in Italia e oltre l’8% in Veneto. Dentro questa percentuale, la ristorazione, l’agricoltura, la logistica e l’edilizia sono tra i settori più colpiti.
Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo soddisfazione per l’attività delle forze dell’ordine, che quando intervengono colpiscono nel segno. Ma non basta: i controlli sono a macchia di leopardo, mentre lo sfruttamento è quotidiano e sistematico.
Ci chiediamo: dov’è lo Stato quando centinaia di persone lavorano senza contratto, senza diritti, senza sicurezza? Dov’è la Regione Veneto, che finge di non vedere?
Dietro ogni “lavoratore in nero” c’è un volto, una vita segnata da precarietà e ricatti. Spesso sono migranti, resi più vulnerabili da leggi ingiuste che li condannano alla clandestinità sociale. Ma attenzione: questo sistema colpisce tutti, italiani e stranieri, abbassando i salari, precarizzando le vite, distruggendo la dignità del lavoro.
Per questo, come Rifondazione Comunista, rivendichiamo con forza:
– Abolizione della legge Bossi-Fini che lega il permesso di soggiorno ad un contratto di lavoro rendendo così chi lavora ricattabile perchè costretto ad accettare qualsiasi forma di contratto per rimanere regolare in Italia;
– Piani straordinari di controllo in tutti i settori ad alta incidenza di lavoro nero, con più ispettori del lavoro e più risorse;
– Sanzioni e pene severe per chi sfrutta manodopera irregolare, fino alla revoca delle licenze per le aziende recidive;
– Subito salario minimo legale e rafforzamento dei contratti nazionali, per fermare la giungla del precariato.
Chi sfrutta i lavoratori non è un “furbo”, è un padrone senza scrupoli che arricchisce sé stesso distruggendo vite e diritti. E chi chiude gli occhi è complice.
Il lavoro deve tornare a essere dignità, non sfruttamento. Rifondazione Comunista è e sarà sempre dalla parte di chi lavora, mandiamo in galera gli sfruttatori!
La segreteria provinciale
Partito della Rifondazione Comunista