Radici nel cemento! No al TAV, no al saccheggio del nostro territorio

COMUNICATO STAMPA
Radici nel cemento! No al TAV, no al saccheggio del nostro territorio

Rifondazione Comunista esprime piena e incondizionata solidarietà militante agli attivisti e alle attiviste del Bocciodromo e del Collettivo dei Boschi, che anche in questi giorni hanno avuto il coraggio e la dignità di accendere ancora una volta i riflettori sulla devastazione prodotta dal mostro TAV.

Questi giovani non sono “il problema della città”, come vorrebbero far credere i professionisti dell’ordine e del profitto per pochi. Essi sono invece l’instancabile segnale d’allarme di una generazione che vede il proprio presente e il proprio futuro sacrificati sull’altare del profitto, sull’altare di un progetto inutile e distruttivo, che per oltre dieci anni trasformerà Vicenza in un cantiere a cielo aperto. “Radici nel cemento”, dunque, anzi “radici di resistenza” contro il mostro turbocapitalista ormai fuori controllo che divora vite, diritti, sogni, speranze di intere comunità.

Il consumo di suolo e l’antropizzazione scellerata cui siamo destinati non hanno precedenti: parliamo della cementificazione di oltre 177mila metri quadrati, l’equivalente di 25 stadi di calcio, oltre 50mila metri quadrati di aree verdi distrutte, 360mila litri di consumo d’acqua giornaliero con l’enorme punto interrogativo dei Pfas. Il costo sociale ricadrà interamente sulla popolazione vicentina che non riuscirà a sopravvivere alla cantierizzazione.

Il sindaco Giacomo Possamai si vanta ipocritamente di aver “salvato” il bosco Lanerossi, dimenticando – o meglio occultando – che il progetto TAV distruggerà una superficie verde infinitamente più ampia, cancellando boschi e quartieri, aumentando polveri sottili e inquinamento acustico, prosciugando falde acquifere già compromesse dai Pfas. Questo non è “progresso”, è saccheggio sistematico.

Ma non possiamo dimenticare le responsabilità di chi lo ha preceduto: l’ex sindaco Francesco Rucco, oggi in Fratelli d’Italia, con la sua ossessione securitaria ha promosso un modello di città fatto di repressione e militarizzazione, mentre i veri problemi – devastazione ambientale, precarietà sociale, impoverimento diffuso – venivano ignorati.

Rifondazione Comunista ribadisce con forza:
Vicenza non ha bisogno di cantieri infiniti, di cemento, di devastazione. Ha bisogno di giustizia sociale e ambientale, di comunità vive, di spazi liberi.
Il TAV è solo l’ennesima grande opera inutile, strumento di profitto per pochi e di impoverimento per tutti.

Oggi le radici nel cemento sono quelle di chi resiste. E quelle radici, a differenza del cemento, daranno frutto.

La segreteria provinciale
Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza