Proseguono gli appuntamenti del circolo culturale Antonio gramsci; venrdì 24 ottobre ore 20.30, presso la sede di Rifondazione Comunista in via Alberto Mario, 12a Vicenza, proiettiamo il film Il dottor Stranamore.
A sessant’anni dalla sua uscita, Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick resta uno dei più potenti atti d’accusa contro il militarismo e l’imperialismo del XX secolo. Nato come adattamento serio di un romanzo di Peter George, il film si trasforma in una satira nera che smaschera la follia della corsa agli armamenti e la logica criminale delle classi dirigenti.
Kubrick sceglie la risata grottesca per dire una verità che ancora oggi brucia: la bomba atomica non è solo un’arma, ma il simbolo della civiltà capitalista che ha trasformato la guerra in religione e la morte in industria. Non è un caso che il film arrivi nel 1964, due anni dopo la crisi dei missili di Cuba (27 settembre 1962), quando il mondo fu ad un passo dall’olocausto nucleare. In quelle ore si vide quanto la cosiddetta “deterrenza” fosse pura follia.
Generali fanatici, politici pavidi, scienziati nazisti riciclati dall’America come consulenti: Kubrick li mette tutti in scena, ridicolizzandoli e mostrando quanto il potere borghese sia in realtà una macchina irrazionale, pronta a sacrificare l’umanità intera pur di non perdere il controllo. La caricatura del generale Ripper, la goffaggine del presidente Muffley, la mostruosa figura del dottor Stranamore – ex nazista al servizio degli USA – sono il ritratto fedele di un imperialismo che, nel nome della “libertà”, ha saputo integrare il fascismo dentro i propri apparati.
Dietro le gag e le situazioni paradossali, Il Dottor Stranamore resta un monito. Dice che non esistono poteri saggi o razionali: nelle mani di pochi uomini, la guerra nucleare diventa non solo possibile ma inevitabile. Dice che senza una rottura radicale con la logica imperialista, la “bomba” continuerà a pendere sulle nostre teste.
Kubrick, con l’arma della satira, ci ricorda che l’unica vera alternativa è la lotta per la pace, contro i generali, contro le basi militari, contro chi vuole trasformare la morte in destino. Oggi come ieri, ridere del potere significa smascherarlo. E opporgli resistenza.